La situazione attuale nel nord della Siria è estremamente preoccupante. Save the Children chiede che i civili vengano protetti e non manipolati per assecondare giochi politici e di potere!
Stiamo osservando la situazione nel nord della Siria con grande apprensione. Dallo scorso mercoledì, ovvero dall’inizio dell’offensiva militare, migliaia di famiglie hanno lasciato le loro case. Purtroppo, molti di loro conoscono fin troppo bene gli orrori della guerra e non è la prima volta che sono costretti a fuggire. Diverse persone, tra cui due bambini, hanno perso la vita nel corso dei recenti attacchi, dimostrando ancora una volta che le bombe colpiscono senza distinguere i bambini dai combattenti.
Save the Children fa appello a tutte le parti coinvolte nel conflitto affinché facciano tutto quanto in loro potere per proteggere i bambini. Il diritto umanitario internazionale e le norme in materia di diritti dell’uomo devono essere rispettati e la protezione dei civili deve avere la priorità. È indispensabile proteggere dagli attacchi le scuole, gli ospedali e altre importanti infrastrutture civili!
Save the Children in Siria
Save the Children aiuta la popolazione siriana nell’area nordoccidentale del Paese attraverso organizzazioni partner locali, in particolare tramite cliniche che forniscono assistenza sanitaria di base e la maternità, campagne di vaccinazione e progetti per l’alimentazione dei bambini, nonché programmi di formazione e l’attuazione di misure di protezione dell’infanzia.
Avvertimento contro le evacuazioni di massa dei bambini
Save the Children mette in guardia contro la minaccia di un’imminente catastrofe umanitaria nella Siria nordorientale, dove famiglie e bambini sono già fuggiti dalle ostilità, e si prepara ad ampliare le misure di aiuto, già in atto dal 2014.
«Mentre le ostilità erano in gran parte limitate alle zone di confine, ho visto famiglie lasciare le grandi città per raggiungere le aree periferiche e allontanarsi così dal possibile pericolo. La gente ha paura e non è in grado di prevedere l’entità delle operazioni militari», spiega Jiwan, un collaboratore di Save the Children che opera nel nordest della Siria.
«Le città e le comunità in cui viviamo sono tranquille, ma si percepisce una certa tensione nella popolazione perché la gente non è sicura di ciò che potrà accadere nel prossimo futuro. Speriamo, per noi stessi e per i bambini, che il conflitto non si estenda ad altre grandi città», aggiunge.
«Le notizie di morti tra i civili, comprese quelle di due bambini, e di numerosi altri feriti sono devastanti. Nel nordest della Siria vivono persone che conoscono fin troppo bene gli orrori della guerra, molte delle quali sono già state costrette a lasciare più di una volta la loro casa. Quante volte abbiamo visto immagini di donne e bambini che portano sulle spalle tutto ciò che possiedono, mentre fuggono alla ricerca di un luogo sicuro? E ora che l’inverno è alle porte si trovano ad affrontare ulteriori sfide nella loro ricerca di un alloggio. Queste donne desiderano solo portare i loro figli in salvo», spiega Jiwan di Save the Children mentre racconta la condizione dei bambini e delle famiglie.
Le sfide nei campi profughi della regione
Oltre ai civili siriani nel nordest, migliaia di donne e bambini vivono nei campi disseminati nell’intera regione. In tre di questi campi abitano famiglie siriane e irachene e oltre 9000 bambini stranieri con presunti legami con l’ISIS provenienti da più di 40 Paesi diversi, che dipendono interamente dagli aiuti umanitari. Finora questi campi sono regolarmente in funzione, ma qualsiasi interruzione dei servizi di emergenza mette in pericolo la vita delle quasi 90 000 persone che vengono ospitate al loro interno.