L’enorme esplosione a Beirut, Libano, ha devastato la comunità nel raggio di 10 chilometri. I nostri operatori sul campo hanno riferito che intere strade sono state distrutte, i bambini dispersi e le squadre di soccorso stanno lottando contro il tempo per liberare la gente dalle macerie.

OSPEDALI AL COLLASSO DOPO L’ESPLOSIONE A BEIRUT

A seguito dell’emergenza causata dall’esplosione, gli ospedali di Beirut sono al collasso e riferiscono che non sono in grado di curare altre vittime, poiché centinaia di letti si sono immediatamente riempiti.

L’esplosione che ha colpito ieri Beirut viene descritta come la più grande della storia recente del Libano e i militari sono stati dispiegati per salvare le persone rimaste intrappolate nelle macerie, mentre il personale medico sta curando i feriti per le strade.

Beirut, circa 300 mila gli sfollati

Secondo quanto riportato dai media, circa 300.000 persone sono rimaste senza casa a Beirut e si stima che, tra questi, oltre 100.000 bambini abbiano perso le proprie case e tutto quello che avevano. Allo stesso tempo, è stato detto loro che non potevano uscire a causa del gas tossico scaturito dall’esplosione, mentre coloro che hanno subito lesioni, tagli ed emorragie esterne non vengono curati negli ospedali, perché quasi tutte le istituzioni sanitarie di Beirut sono già al limite della propria capacità.

Il nostro staff a Beirut: Una testimonianza

Nour Wahid, 26 anni, da cinque anni lavora in Save the Children. Impegnata in particolar modo nelle attività di sostegno ai bambini siriani rifugiati nel Paese.

I nostri uffici di Beirut, a circa cinque chilometri dal porto, sono stati gravemente danneggiati. Il nostro team di risposta rapida è pronto a sostenere il governo nei prossimi giorni.

È stato devastante. Non ho parole per descrivere quello che è successo. Sento un dolore enorme e penso alle migliaia di persone che hanno perso tutto, che non hanno più una casa. Intere famiglie che non sanno più dove andare. Faccio un lavoro umanitario e ogni giorno sono abituata a confrontarmi con le sofferenze, in particolare dei bambini e delle loro famiglie, ma quello che è successo supera ogni immaginazione. In Libano siamo abituati a non lamentarci, siamo abituati a dover lottare ogni singolo giorno, ma quello che è successo è devastante per tutti.

“Avevo appena lasciato l’ufficio e sono tornata a casa e pensavo alle tante cose che ancora avevo da fare. I miei cinque nipoti stavano giocando sul balcone di casa come in un giorno qualsiasi. Poi ho sentito un rumore, come se fosse un terremoto. Eravamo terrorizzati, i bambini urlavano, mia sorella voleva scappare ma la porta di casa è letteralmente volata via. Sentivamo la gente urlare, sentivamo grida venire da lontano. Poi è arrivata la seconda esplosione, quella devastante. È venuto giù tutto, le finestre si frantumavano, attorno a noi edifici completamente distrutti. Per strada tantissime persone stese a terra, feriti. Grida e spavento ovunque. Anche la nostra casa è stata fortemente danneggiata e ora neanche noi sappiamo dove andare. I mie nipoti erano tutti feriti, siamo corsi in ospedale ma era il caos totale e ci dicevano che non potevamo portarli dentro perché i feriti erano troppi e dovevano dare priorità alle persone in condizioni più gravi”.

“Oggi in città c’era solo silenzio. L’unico rumore era il rumore delle persone che cercavano di riparare le proprie case. La gente è senza parole, le persone sono rassegnate. Sono tutti sotto schock, non credono ancora a quello che è successo. Dopo la crisi economica e il Covid ora anche questa tragedia. C’è solo grade tristezza in giro. La gente ha bisogno d’aiuto ma allo stesso tempo ognuno vuole piangere da solo.

Io sono ancora scioccata. Penso solo di essere fortunata ad essere ancora viva. Penso al mio collega che è rimasto in ufficio e che poteva morire quando la finestra si è staccata proprio sulla sua scrivania”.

L’IMPATTO DELL’ESPLOSIONE SULLE COMUNITÀ VULNERABILI

Questo incidente colpisce le comunità più vulnerabili, che già soffrivano per l’impatto della crisi COVID-19 e la crisi economica. Il porto principale di Beirut, ormai completamente danneggiato, è vitale per gran parte del cibo, dei cereali e del carburante che il Libano importa, e le famiglie risentiranno immediatamente della carenza di beni di prima necessità a causa di questa tragedia.

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